LA STORIA:
L’ARDEOLA era un piroscafo da 2609 tonnellate, adibito al trasporto misto di merci (prevalentemente frutta) e passeggeri ( in cabine di 1^ e 2^) Costruita per l’ Ardeola Steam Ship Co.Ltd dalla Caledon Shipbuilding &Co Ltd a Dundee fu varata nel luglio del 1912; era dotata di una macchina a vapore a triplice espansione che le permetteva di raggiungere i 12.5 nodi, era lunga 310,2ft , larga 44,2 ft , aveva un fumaiolo, tre alberi e un’elica.
Superò indenne la Prima Guerra Mondiale e nel 1920 venne acquistata dalla Yeoward Line.
La Yeoward Line aveva già posseduto altre due navi con il nome di Ardeola ed è per questo che la nave oggetto della presente viene anche identificata come Ardeola 3.
L’ Ardeola 3 nel 1935 venne requisita dagli italiani nel porto di Aden e venne destinata a deposito merci durate l’invasione dell’Abissinia. Quando fu riconsegnata alla proprietà aveva ormai perso l’abilitazione a trasporto passeggeri.
Il 9 novembre 1942, al largo di Biserta, mentre stava effettuando un trasporto di merci destinato a Malta, fu catturata da una motosilurante di Vichy; l’equipaggio fu internato, mentre il piroscafo fu affidato ai tedeschi che a loro volta lo consegnarono agli italiani (Lloyd Triestino) nel gennaio del 1943.
Fu in questo momento che venne cambiato il nome in Adernò.
Durante alcuni lavori di manutenzione furono installate le 4 postazioni per mitragliatrici da contraerea.
Noleggiata nel marzo 1943 al monopolio Carboni venne destinata al trasporto merci nel Mediterraneo.
Fu proprio durante uno di questi trasporti che il 23 luglio 1943, in prossimità del Porto di Civitavecchia, venne colpita ed affondata da uno dei due siluri lanciati dal sommergibile inglese HMS Torbay comandato dal Lt Robert Clutterbuck
IL RELITTO OGGI:
Attualmente il relitto Adernò giace in perfetto assetto di navigazione ad una profondità di circa 60 metri, ad una distanza di 2 miglia dalla costa. Risulta spezzato in prossimità della poppa, dove il siluro l’ha colpito.
La poppa ad ogni modo non dista più di qualche metro dal resto della nave.Molto suggestiva la visita in sala macchine; le parti lignee delle sovrastrutture sono sparite ed i locali si presentano spogli; le stive sono pressoché invase dal fango.
La vicinanza al Porto di Civitavecchia e, soprattutto, il fondale fangoso, rendono la visibilità spesso scarsa.
A rendere l’immersione ulteriormente impegnativa è la presenza di tantissime lenze e diverse reti fantasma, tra cui in particolare una che fluttua tenuta sollevata dai galleggianti.
L’INTERVENTO:
Da appassionato di relitti e subacqueo professionista la volontà è quella di provvedere alla
rimozione delle reti fantasma, innanzitutto per preservare l’ Adernò in quanto reperto storico, sia per il valore in sé medesimo, oltre a ciò anche per il valore che ha assunto nella comunità subacquea al momento però purtroppo limitata dalla possibilità di ammirare il relitto a causa della pericolosità dell’immersione dovuta alla presenza di quanto descritto sopra.
Questo progetto vede coinvolti:
la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, l’Associazione Onlus Marevivo, il Porto Turistico di Riva di Traiano (che si è reso disponibile allo smaltimento delle reti).
La sua realizzazione è stata possibile grazie all’appoggio dei seguenti sponsor:
- XDive di Alfredo Ciulli sui social come XDive
- SORS Ricerche Speciali sui social come SORS – Ricerche Speciali
- Teseo DPV sui social come Teseo TRS DPV
- Rosati Utensili Srl – Civitavecchia sui social come Rosati Utensili
- Central Forniture Srl – Civitavecchia sui social come Central Forniture Srl
- CMD – Centro Motori D’Angelo – Civitavecchia sui social come CMD Srl Centro Motori D’ Angelo